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venerdì 27 maggio 2011

"La mamma dei Carabinieri", di Alessio Puleo e Filippo Vitale.


“La mamma dei Carabinieri”
di Alessio Puleo e Filippo Vitale
Longanesi, 2010
pp. 216, rilegato
€ 15,00


A Palermo, di fronte alla casa del giudice Borsellino, vive un'anziana donna che sembra uscita dalle pagine di un racconto d'altri tempi. Domenica Lupo, questo il suo nome, da anni assiste i carabinieri che dopo la strage di via d'Amelio piantonano la casa dei familiari del magistrato, e ha stretto con loro un legame così forte da diventare, ai loro occhi, "la mamma" di tutti. Porta il tè, l'acqua, i cornetti, i panini con le "panelle", a qualcuno attacca un bottone o sistema la divisa. Finché un giorno tra quei giovani carabinieri arriva un ragazzo che, incuriosito, decide di scoprire il motivo di tanta dedizione e si fa raccontare la sua storia. E quella che Domenica, detta Mimma, gli narra è una vicenda tanto drammatica quanto vera che appartiene al passato, all'epoca in cui le donne siciliane subivano abusi e violenze, di fronte ai quali dovevano chinare il capo in silenzio. Mimma racconta un amore mai consumato per un giovane brigadiere dell'Arma dei carabinieri, un legame fortissimo che l'accompagnerà tutta la vita, nonostante sia stato calpestato dall'ostilità degli uomini e dalle regole non scritte dell'onore... Una storia straordinaria dall'epilogo sorprendente, che ha commosso tutti quelli che l'hanno conosciuta e che, per l'intensità del messaggio in essa contenuto, merita di essere, come si legge nella Prefazione di Rita Borsellino, "ascoltata, vissuta e tramandata".


giovedì 26 maggio 2011

Spunti di riflessione

Vi dedico un pensiero che ho estrapolato dal libro "Vi racconto l'astronomia" di Margherita Hack, edito da Laterza:
"Chi si fa guidare dall'oroscopo perde la propria autonomia; ci sono addirittura aziende che selezionano il personale in base all'oroscopo: è un danno grave per i lavoratori e un'offesa alla ragione e al buon senso."
Voi che ne pensate?

lunedì 2 maggio 2011

"Cuddura ccù l'ovu"


La Pasqua per noi Cristiani assume il significato di Resurrezione a vita nuova di Gesù Cristo. Al simbolismo originario della Pasqua come rito di rinascita della natura, si ricollegano i dolci che contengono l’uovo come il “pane con le uova”. Questa è una tradizione antichissima e viva ancora oggi in tutta la Sicilia, di confezionare pani speciali (dolci e salati) che contengono delle uova sode.
La Pasqua si celebrava il 14 e 15 del mese di nisam, che nel calendario ebraico corrispondeva all’equinozio di primavera, e che rappresentava anche l’inizio dell’anno. La Pasqua cristiana, come stabilito dal Concilio di Nicea, è stata regolata in maniera tale che si festeggia la domenica dopo il plenilunio di primavera.

Il “pane con le uova” viene chiamato in tanti modi diversi nelle varie provincie siciliane:
“panarinu”, "panarìna” e “panaredda” a RG; “acèddu cu pova” e“ cuffitédda” a SR; “ciciliu” a CT; “vaccarédda” a TP; “pupi”, “pupiddi” e “Pupidda” a PA; “cuddùra” e “cuddurédda” a ME e, infine, “canniléri” ad AG.

"Cuddura ccù l'ovu", ingredienti per l’impasto:
500 g di farina,
1 bustina di lievito in polvere,
la buccia grattugiata di 1 limone,
200 g di strutto (o burro),
6 uova,
1 bustina di vanillina,
200 g di zucchero.

Ingredienti per la decorazione:
codette o palline arcobaleno q.b.,
1 uovo sbattuto per spennellare.

Ingredienti per la glassa:
1-2 cucchiaini di succo di limone,
1 albume d’uovo,
10-12 cucchiai di zucchero.

Preparazione:
1. Mettete la farina in un recipiente capace e mescolatela con lo zucchero e il lievito setacciato, quindi aggiungete lo strutto ammorbidito (o il burro), le uova, la buccia grattugiata di un limone e impastate. Lavorate molto bene l’impasto in modo da amalgamare bene gli ingredienti (potete usare anche il robot da cucina).
2. Modellate la "cuddura" direttamente sulla carta forno, secondo i soggetti da voi scelti; un cuore, un cestino, una campana, una bambola, un galletto.
Sulla "cuddura" posizionate, con una leggera pressione sulla pasta, una o più uova col guscio, che bloccherete sul dolce con dei bastoncini di pasta a mo’ di croce.
3. Adagiate la “cuddura” sulla placca del forno foderata con carta forno, spennellatela con dell’uovo sbattuto, e decoratela con le codette o le palline arcobaleno. Infornate nel forno già caldo a 180°-200° per circa 35-40 minuti, fino a quando diventerà dorata.
4. Se volete glassare la vostra “cuddura”, infornatela senza spennellarla con l'uovo sbattuto, preparate una glassa in questo modo: montate a neve un bianco d'uovo, aggiungete poi 10-12 cucchiai di zucchero semolato, un cucchiaio alla volta e lentamente, continuando a sbattere con lo sbattitore. Aggiungete poi poco alla volta uno o due cucchiai di succo di limone, sempre sbattendo. Il composto deve risultare molto denso e staccarsi pesantemente dal cucchiaio.
5. Appena sfornerete la “cuddura”, sulla stessa leccarda dove l'avete cotta, ricopritela con la glassa preparata e cospargetela di zuccherini colorati e lasciatela raffreddare.

Con questo non mi resta che augurarvi che Cristo Risorto doni amore e pace nei nostri cuori, sinceri Auguri di Buona Pasqua!

Chiara D'Amico

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Carnevale fra storia e leccornie.


La parola Carnevale si ricollega al latino "Carnem Levare", cioè al divieto ecclesiastico di consumare carne durante il periodo quaresimale. Le origini della festa pagana sono antichissime: il periodo in cui si celebra fa pensare alla festa ateniese delle Antesterie, che si basava sulla processione del carronave di Iside e,anticamente, si svolgeva agli inizi di marzo e soprattutto ai Saturnali latini. Le prime notizie storiche certe sul Carnevale siciliano risalgono al 1600, si svolgeva a Palermo. Si poteva assistere alla danza "degli schiavi" durante la quale i partecipanti, travestiti da schiavi, ballavano per le strade pubbliche al suono di antichi strumenti turchi come i tamburi, o alla danza dei Balla-Virticchi per la quale i partecipanti si travestivano da pigmei e trattenevano il popolo.

Le maschere note in tutta Italia sono quelle di Pulcinella, Dottor Balanzone, Pantalone, Arlecchino, Brighella, Stenterello e Colombina, ma in Sicilia le maschere più caratteristiche sono quelle dei Jardinara (giardinieri) e dei Varca note soprattutto nella provincia di Palermo, quelle dei Briganti e quella del Cavallacciu note soprattutto nel catanese, maschere dei Dutturi, dei Baruni e degli Abbati e la vecchia maschera della Vecchia di li fusa, presente anticamente nella Contea di Modica, simbolo della morte del carnevale. Nelle città di Monterosso e Giarratana, nel ragusano, le maschere di Carnevale del passato più rappresentative erano quelle dei 'Nzunzieddu, cioè insudiciati, maschera così chiamata perché chi la impersona ha il viso sporco di fumo e terra rossa.
Sono molte le località siciliane che vantano famosi carnevali. Nella nostra provincia etnea troviamo:
Bronte (dove in passato si prevedeva l'intervento, nelle pubbliche strade cittadine, dei Laddatori,
delle maschere locali che rappresentano le classi più povere della città), Misterbianco, Paternò, Acireale (ha delle origini che, si presume, risalgono alla festa del compatrono San Sebastiano inaugurata nel XVII secolo, in pieno dominio aragonese, e che diventò ben presto un'occasione di festa pubblica con giochi, mascherate e spettacoli vari), Adrano e Belpasso.
Nelle altre provincie troviamo i Carnevali storici di Sciacca (AG), Chiaramonte Gulfi (RG), Corleone, Termini Imerese e Mezzojuso (PA), Palazzolo Acreide (SR), Novara di Sicilia, Saponara, Taormina e Francavilla di Sicilia (ME).

Naturalmente, come ogni ricorrenza che si rispetti, anche il Carnevale in Sicilia è sinonimo di leccornia, con piatti sia dolci che salati. Fra i piatti salati ricordiamo la pasta ai cinquebuchi condita con il ragù, piatto tipico della tradizione carnascialesca catanese.

Ingredienti per 4 porzioni:
350 g di past
a ai cinquebuchi,
200 g di carne macinata di maiale,
1 cipolla piccola,
2 cucchiai di olio extravergine di oliva,
1 foglia di alloro,
40 g di lardo,
0,8 dl di vino rosso,
200 g di polpa di pomodoro,
sale e pepe.

Preparazione:
1. Tritate finemente la cipolla e fatela rosolare per 2 minuti con 2 cucchiai d’olio, l’alloro e il lardo tritato.
2. Aggiungete la carne macinata di maiale e rosolatela per 5 minuti, sfumate con il vino e, dopo aver unito la polpa di pomodoro, proseguite la cottura a fuoco basso per 1 ora. Trascorso questo tempo, regolate di sale e di pepe.
3. In una pentola, lessate la pasta ai “cinquebuchi” in abbondante acqua salata, scolatela ancora al dente e conditela con il ragù, mescolando con cura.
Vini consi
gliati: Delia Nivolelli Rosso e Sangiovese di Romagna (rosso).

Come dolci troviamo, fra le tante proposte della gastronomia siciliana, le chiacchere, i fravioli e la pignoccata di Carnevale.

Ingredienti per le chiacchere:
500 g di farina,
4 uova,
50 g di strutto o burro,
100 g di zucchero,
scorza di limone,
1/2 bicchiere di vino bianco secco,
4 cucchiai di liquore dolce a piacere,
un pizzico di sale,
zucchero a velo,
olio per friggere.


Preparazione:
1. Su una spianatoia disponete la farina a “fontana” mettendo al centro lo strutto o il burro ammorbidito, lo zucchero, le uova, il liquore, il vino e la scorza di limone grattuggiata.
2. Amalgamate il tutto fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico. Formate una “palla”, copritela con un telo e fatela riposare per 30 minuti.
3. Trascorso il tempo necessario formate delle strisce molto sottili (potete usare sia il mattarello e la macchinetta per la pasta) e tagliatele con una “rotella” fino ad ottenere delle strisce di circa 8 centimetri.
4. Friggete le chiacchiere un po’ per volta in abbondante olio caldo. Quando saranno ben dorate da ambo i lati, scolatele ed asciugatele sulla carta assorbente per alimenti.
5. Fatele raffreddare e cospargetele di zucchero a velo.
Vini consigliati: Malvasia delle Lipari (bianco), Passito di Pantelleria (bianco).

Ingredienti per i Fravioli:
3 chiodi di garofano,
250 g di farina bianca,
2 uova,
cannella,
125 g di zucchero,
400 g di ricotta,
abbondante olio per friggere,
zucchero a velo.

Preparazione:
1. In un mortaio pestate 2 chiodi di garofano.
2. Disponete la farina a fontana sul piano di lavoro, rompete dentro le uova. Aggiungete i chiodi di garofano pestati, la cannella e 50 g di zucchero. Impastate gli ingredienti aggiungendo acqua tiepida per ottenere una consistenza morbida ma elastica.
3. Dividete la pasta in tre parti e stendetela con il mattarell0 in sfoglie non troppo sottili.
4. Setacciate la ricotta e aggiungete lo zucchero, un pizzico di cannella e 1 chiodo di garofano. Amalgamate con cura.
5. Disponete la farcia di ricotta su una sfoglia, dividendola in piccoli mucchietti; copriteli con una sfoglia e, con l’aiuto di una rotella tagliapasta o di un coppa pasta a mezzaluna, ricavate tanti ravioli. Proseguite fino ad esaurire gli ingredienti.
6. Friggete i ravioli in abbondante olio bollente, scolateli e disponeteli a mano a mano su carta assorbente da cucina perché perdano l’unto in eccesso.
7. Spolverizzateli con zucchero a velo e servite tiepidi o freddi.
Vini consigliati: Pantelleria Moscato Spumante (bianco), Albana di Romagna Dolce (bianco).

Ingredienti per la pignoccata:
500 g di farina bianca tipo 0,
100 g di zucchero,
100 g di burro,
20 g di lievito di birra,
3 uova,
1 limone,
0,6 dl di Marsala,
abbondante olio per friggere,
2 cucchiai di miele,
2 cucchiai di acqua di zagara,
granella colorata di zucchero.

Preparazione:
1. Disponete la farina a fontana, unitevi lo zucchero, il burro, il lievito di birra sciolto in poca acqua tiepida, 3 uova, la scorza grattugiata del limone e 2 cucchiai di Marsala. Lavorate il tutto per 10 minuti.
2. Quando la pasta è ben liscia, formate una palla, copritela con un tovagliolo e lasciate riposare in un luogo tiepido per 30 minuti.
3. Trascorso questo tempo, tagliate dei pezzi di pasta e formate un rotolo di 1 cm di diametro. Tagliatelo a tocchetti di 2 cm e friggeteli in una padella con abbondante olio bollente.
4. Quando sono uniformemente dorati, toglieteli dalla padella e disponeteli su carta assorbente da cucina; mettete poi i tocchetti fritti sopra un piano da portata.
5. Preparate la glassa di miele. Versate in una casseruola il miele, 2 cucchiai di acqua, 2 cucchiai di succo di limone e il restante Marsala e fate sobbollire.
6. Togliete, quindi, dal fuoco e unite l’acqua di zagara; mescolate e cospargete con la glassa i tocchetti fritti. Mescolate e spolverizzate con granella di zucchero.
Vini consigliati: Malvasia delle Lipari (bianco), Passito di Pantelleria (bianco).

Chiara D'Amico


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domenica 1 maggio 2011



L'arazzo raffigurante Giovanni Paolo II durante la cerimonia per la sua beatificazione in piazza San Pietro, Roma 1/05/2011.



è impressionante la gente che oggi ha inondato Roma per la sua beatificazione, io sono credente e oggi il mio cuore è colmo di gioia e tante lacrime scendono per la felicità ♥

‎"La malattia lo ha spogliato di tutto, ma lui era una roccia" Papa Benedetto XVI durante l'omelia per la beatificazione di PAPA GIOVANNI PAOLO II ♥