domenica 19 febbraio 2012

Un po' di storia del carnevale siciliano.


Oggi 19 febbraio 2012 domenica di Carnevale, vi ripropongo il mio articolo sulla storia del Carnevale Siciliano. Buona lettura!

La parola Carnevale si ricollega al latino "Carnem Levare", cioè al divieto ecclesiastico di consumare carne durante il periodo quaresimale. Le origini della festa pagana sono antichissime: il periodo in cui si celebra fa pensare alla festa ateniese delle Antesterie, che si basava sulla processione del carronave di Iside e,anticamente, si svolgeva agli inizi di marzo e soprattutto ai Saturnali latini. Le prime notizie storiche certe sul Carnevale siciliano risalgono al 1600, si svolgeva a Palermo. Si poteva assistere alla danza "degli schiavi" durante la quale i partecipanti, travestiti da schiavi, ballavano per le strade pubbliche al suono di antichi strumenti turchi come i tamburi, o alla danza dei Balla-Virticchi per la quale i partecipanti si travestivano da pigmei e trattenevano il popolo.

Le maschere note in tutta Italia sono quelle di Pulcinella, Dottor Balanzone, Pantalone, Arlecchino, Brighella, Stenterello e Colombina, ma in Sicilia le maschere più caratteristiche sono quelle dei Jardinara (giardinieri) e dei Varca note soprattutto nella provincia di Palermo, quelle dei Briganti e quella del Cavallacciu note soprattutto nel catanese, maschere dei Dutturi, dei Baruni e degli Abbati e la vecchia maschera della Vecchia di li fusa, presente anticamente nella Contea di Modica, simbolo della morte del carnevale. Nelle città di Monterosso e Giarratana, nel ragusano, le maschere di Carnevale del passato più rappresentative erano quelle dei 'Nzunzieddu, cioè insudiciati, maschera così chiamata perché chi la impersona ha il viso sporco di fumo e terra rossa.

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giovedì 16 febbraio 2012

Le mie recensioni: "Amicizia rubata" di Silvana Puschietta.


"Amicizia rubata"
di Silvana Puschietta
Sensoinverso Edizioni, 2011
pp. 80, brossura
€ 12,00



Cos’è l’amicizia rubata? lo spiega bene nel suo romanzo d’esordio Silvana Puschietta. La storia ruota intorno alla vita di Myriam che durante un viaggio di piacere a Parigi incontra per caso Cristoforo in una pasticceria e incominciano a parlare delle loro vite: lei sposata e traduttrice per una casa editrice, lui insegnante di storia in un liceo. In comune l’amore per i libri e per il mare. Infatti, scoprono di avere le stesse origini liguri.
All’inizio sembrava solo uno dei tanti incontri casuali che si fanno così, ma qualcosa si impernia nel loro cuore e nelle loro menti.

“[…] Le cose belle in natura durano un attimo: un’effimera, un raggio di sole fra le nuvole, un fiocco di neve … A presto (spero!). Un abbraccio lungo e caldo. […]
Le prese un tuffo al cuore. Pensò che non doveva accadere.
[…] Uno sconosciuto s’era insinuato in lei. […]”

Quest’amicizia cerca di scappare dall’idea che possa essere qualcosa di più, succede un qualcosa che la rende “rubata”…

La lettura del romanzo risulta bella, scorrevole; la scrittrice attinge dalla sua terra natia, la Liguria, e ne dipinge i luoghi e i sentimenti di chi ritorna nei luoghi più cari, nei ricordi e nelle emozioni che ritornano alla vista del mare.
Il tocco, lo scrivere è elegante e mai banale. Consiglio vivamente la lettura, vi stupirà piacevolmente. Mai dare nulla per scontato, è questo l’insegnamento dell’autrice, ma carpire e capire i momenti, le occasioni che viviamo.
Nulla è per caso.



mercoledì 15 febbraio 2012

Dal "Romeo e Giulietta", di William Shakespeare - 2



Romeo e Giulietta - I. II.

"Eh, mio caro: un fuoco spegne un altro fuoco,
un dolore si attenua con la pena d'un altro dolore;
se girando ti viene il capogiro,
per farlo passare giri in senso contrario.
Un dolore disperato si guarisce con un nuovo dolore.
Se il tuo occhio avvelenato assorbe un altro veleno,
quest'ultimo distrugge l'azione del primo veleno."



Romeo and Juliet - I. II.

"Tut, man, one fire burns out another's burning;
One pain is less'ned by another's anguish;
Turn giddy, and be holp by backward turning;
One desperate grief cures with another's languish.
Take thou some new infection to thy eye,
And the rank poison of he old will die"

William Shakespeare

Dipinto del pittore italiano Francesco Hayez, intitolato "Il Bacio", realizzato nel 1859 su commissione del Conte Alfonso Maria Visconti.

venerdì 10 febbraio 2012

"Il rosso e il nero della comunicazione", di Stefano Angelo.

"Il rosso e il nero della comunicazione"
di Stefano Angelo
Edida, 2° edizione febbraio 2012
Formato Kindle
Dimensione: 351 kb
€ 3,19

Il rosso e il nero della comunicazione è una raccolta di riflessioni sulla circolazione delle informazioni, in termini di distribuzione del sapere pubblicamente condiviso, che avviene attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Riflessioni che si sviluppano intorno a vari temi, dalla natura intrinseca della comunicazione mediata, ai suoi interpreti/attori, alle mutazioni in corso, senza perdere di vista le interconnessioni tra sistema informativo, sistema democratico e sistema di mercato.

In una precedente versione cartacea di questo testo mi limitavo a dire che “ci sono relazioni forti tra tecniche di scrittura ed effetti e la cosa più importante resta la capacità di discernimento del giornalista”. E affermavo: “bisogna sempre saper distinguere quando sia opportuno abbandonarsi ai piaceri di uno stile new journalism e quando, invece, si debba rigidamente rimanere ancorati ai criteri dell’obiettività”.
Oggi mi chiedo: e il supporto? Questi nuovi media che consentono di distribuire notizie che non sono più categorizzabili in maniera tradizionale e che oltre a essere multi-piattaforma sono geneticamente ibride, che tipo di impatto producono?

Questo ebook, nato dall’esperienza giornalistica dell’autore, cercherà di approfondire il controverso tema degli effetti cognitivi dei mass media combinando l’esposizione delle principali teorie scientifiche con il racconto di episodi storici rilevanti per dimostrare come certi vizi vengano da lontano e siano figli dell’intricato rapporto esistente tra sistema politico e “Quarto potere”.

Un secondo obiettivo è insinuare il dubbio sullo strapotere della televisione, accusata di essere, da sempre, la fonte di tutti i mali. La tesi sostenuta è che la televisione sia un “semplice” catalizzatore di mode e che i veri problemi abbiano ben altra fonte. L’avvento di Internet e dei social network ha estremamente ridotto l’importanza del “Quinto potere” e ha dimostrato come sia possibile, oggi, accedere a una pluralità di fonti e organizzare opinioni pubbliche su un’agenda di temi non più “imposta istituzionalmente” attraverso i canali classici di distribuzione delle informazioni.

La fluidità e la trasversalità del web stanno modificando le democrazie e il concetto di cittadinanza. Viviamo un momento storico eccezionale e la “Primavera araba” ne è un esempio straordinario. Le forme di partecipazione stanno cambiando e il démos sta trovando nel web una nuova piattaforma sulla quale organizzarsi, apprendere, entrare in contatto con le diverse realtà e con gli altri. Altro che schiavi della tv!

In conclusione, questo saggio vuole dare il proprio contributo all’eterno dibattito sul potere dei media e sul concetto di post-democrazia. In più lascia aperto un canale di comunicazione tra lettore e autore per approfondire questa discussione online. Questo ebook non dà certezze, ma vuole essere un pre-testo per dare il via a nuove riflessioni su questioni che sono estremamente dinamiche e affascinanti.


Foibe, per non dimenticare.

Oggi, 10 febbraio si ricorda il massacro degli Italiani massacrati in Istria, Dalmazia e Friuli Venezia Giulia tra il 1943 e 1945.





martedì 7 febbraio 2012

Nasceva 200 anni fa Charles Dickens.



Nacque 200 anni Charles John Huffam Dickens a Portsmouth, 1812.
La sua infanzia, povera e dolorosa, lo portò con la triste realtà della vita difficile del popolo londinese.
Lavorò prima come operaio in una fabbrica di lucido di scarpe e, successivamente, divenne stenografo parlamentare.
Nel 1833 uscirono i primi Sketeches by Boz, che contengono già tutti gli elementi caratteristici della sua ispirazione.
The posthumous papers of the Pickwick Club (1837) fu pubblicato a dispense mensili, come la maggior parte delle sue opere, gli procurò fama e fortuna immediata; i personaggi incarnavano in modo spontaneo i lati più tipici e costanti del temperamento inglese, e la tecnica dell’improvvisazione di episodi e scene intorno a un gruppo di personaggi era quella tipica di Dickens.
Divenuto il romanziere più popolare dell’Inghilterra, scrisse:
Oliver Twist (1838), Nicholas Nickleby (1839), The old curiosity shop (1841), Barnaby Rudge (1841), A Christmas Carol (1843), Martin Chuzzlewit (1843), The Chimes (1845), The cricket on the hearth (1846), Dombey and Son (1848), David Copperfield (1850), Bleak House (1853), Hard times (1854), Little Dorrit (1857), A tale of two cities (1859), Great expectations (1861), Our mutual friend (1865), Edwin Drood (1870, incompiuto).
Scrisse dopo un viaggio in America American notes nel 1842 e, dopo un viaggio in Italia Pictures from Italy (1846).
Da giovane aveva tentato il teatro, poi fondò vari periodici The Daily News e Household Words (1850-59). Scrisse anche History of England for children (1852-54), ma questa denotò il suo scarso senso storico.
Morì a Gadshill Rochester nel 1870.

fonte: Dizionario Enciclopedico Italiano 1970






Anche Google ricorda Dickens con questa bellissima immagine che raccoglie i personaggi dei suoi romanzi.








mercoledì 1 febbraio 2012

"Diario di una scrittrice", di Virginia Woolf.


"Diario di una scrittrice"
di Virginia Woolf
Beat, 2011
pp. 500, brossura
€ 9,00


Nel 1941, dopo aver donato alla letteratura del Novecento alcune delle sue opere più memorabili, da “La signora Dalloway” a “Gita al faro” a “Le ore”, Virginia Woolf si toglie tragicamente la vita. Nel 1953, Leonard Woolf decide di raccogliere in volume una selezione tratta dai diari della moglie, incentrata sulla sua attività di romanziera e critico letterario. Ne esce un libro affascinante, in cui si intrecciano ricordi, aneddoti, riflessioni sulla scrittura, ma anche amare considerazioni su un mondo lacerato dalla guerra, espressioni di sfiducia o di entusiasmo per il proprio lavoro, sfoghi, confessioni: a metà strada fra vita e letteratura, queste pagine ci offrono il ritratto più diretto e affascinante di una grandissima scrittrice e della sua epoca.

"Una stanza tutta per sé", di Virginia Woolf.


"Una stanza tutta per sé"
di Virginia Woolf
Feltrinelli - collana Universale economica i classici, 2011
pp. 160, brossura
€ 7,50


Nell'ottobre del 1928 Virginia Woolf viene invitata a tenere due conferenze sul tema "Le donne e il romanzo", È l'occasione per elaborare in maniera sistematica le sue molte riflessioni su universo femminile e creatività letteraria. Il risultato è questo straordinario saggio, vero e proprio manifesto sulla condizione femminile dalle origini ai giorni nostri, che ripercorre il rapporto donna-scrittura dal punto di vista di una secolare esclusione, attraverso la doppia lente del rigore storico e della passione per la letteratura. Come poteva una donna, si chiede la scrittrice inglese, dedicarsi alla letteratura se non possedeva "denaro e una stanza tutta per sé"? Si snoda così un percorso attraverso la letteratura degli ultimi secoli che, seguendo la simbolica giornata di una scrittrice del nostro tempo, si fa lucida e asciutta riflessione sulla condizione femminile.

"Guerra e pace", di Lev Tolstoj.


"Guerra e pace"
di Lev Tolstoj
Garzanti, 2007
pp. 1472, rilegato
€ 14,90

Il romanzo ha per sfondo storico gli eventi che avevano dominato i primi due decenni del secolo XIX, determinando la penetrazione in Russia delle idee della Rivoluzione francese. Si intrecciano le vicende di due famiglie russe: i Bolkonskij e i Rostov, unificate da un filo conduttore rappresentato da un personaggio, il conte Pierre Bezuchov, nel quale è evidente la personificazione dell'alter ego dell'autore. Attraverso la grandiosa rappresentazione di tali vicende, dosata da un realismo che stabilisce un miracoloso equilibrio tra il mondo psicologico dei personaggi e quello esteriore dei fatti della natura, Tolstoj prosegue la sua ricerca delle ragioni e dei fini della vita, ricerca serena, profonda e soprattutto vera.