mercoledì 18 agosto 2010

"Orbe novus. Astronomia e studi gerbertiani", di Costantino Sigismondi.


"Orbe novus. Astronomia e studi gerbertiani"
di Costantino Sigismondi
Universitalia, 2010
pp. 160, ill., rilegato
€ 15,00


Gerberto d'Aurillac divenne Papa nel 999 e prese il nome di Silvestro II, diventando così il nuovo pastore di tutto il Mondo, come recita un brano del suo epitaffio tombale visibile in S. Giovanni in Laterano: Ut toto pastor fieret orbe novus. Da questo brano è stato tratto il titolo Orbe novus di questo volume, quasi ad evocare gli orbi celesti tolemaici e copernicani celebrati in tutto il mondo durante il 2009, anno mondiale dell'astronomia. Anche gli atti dei precedenti convegni dedicati a Gerberto (Culmina Romulea e Doctissima Virgo) hanno ricevuto il titolo allo stesso modo. Papa Benedetto XVI ha ricordato "Silvestro II di venerata memoria" nell'Angelus del 21 dicembre 2008, con cui ha salutato tutti gli astronomi, in occasione del solstizio invernale e in vista del loro anno internazionale. Questo volume contiene i contributi dei convegni del 12 maggio e dell'11 giugno 2009 dedicati a Gerberto e tenuti a Roma, in Santa Maria degli Angeli, e a Seoul, all'Università Sejong. Hanno contribuito al volume: Elizabeth Cavicchi, Paolo Rossi, Flavio G. Nuvolone, Costantino Sigismondi, Nha Il-Seong, Sarah Lois Nha, Marco Zuccato, Daniela Velestino, Jorge Nuno Silva e Laura C. Paladino.

"Un giorno a settembre. Amore antico", di Cristofaro Cingolo.


"Un giorno a settembre. Amore antico"
di Cristofaro Cingolo
Mjm Editore, 2010
pp. 908, brossura
€ 17,00

In questo lungo romanzo, personaggi antichi sfruttano azioni attuali. Azioni che oggi sono la normalità, ma che ieri, " in tempi dove nulla era concesso": 1886/1906 si finiva additati per uno sguardo prolungato. L'amore e la passione delle donne forti del sud Italia viene fatto rivere per riportare nel presente, tramite passato, il non voler cedere ad una mentalità retrograda che vuole le sottomesse.
Il tempo di voltarti indietro non c'è. Allora lascia che sia il passato a raggiungerti. Ti riporterà il sapore dell'antico e l'odore del genuino vivere. "Un giorno a settembre, Amore antico". Per vivere le storie di oggi nella realtà di ieri.

Cristofaro Cingolo

sabato 14 agosto 2010

"Il treno dell'ultima notte", di Dacia Maraini.


"Il treno dell'ultima notte"
di Dacia Maraini
BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009
pp. 429, brossura
€ 12,00

Emanuele è un bambino ribelle e pieno di vita che vuole costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli. Emanuele ha sempre addosso un odore sottile di piedi sudati e ginocchia scortecciate, l'"odore dell'allegria". Emanuele si arrampica sui ciliegi e si butta a capofitto in bicicletta giù per strade sterrate. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere, e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce, Amara, l'inseparabile amica d'infanzia, attraversa l'Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati con centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e sapone al permanganato. Amara visita sgomenta ciò che resta del girone infernale di Auschwitz-Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta degli ungheresi, e trema con loro quando i colpi dei carri armati russi sventrano i palazzi. Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle donne con cui si intreccia la sua vita, si rivela il senso della catastrofe e dell'abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la speranza incoercibile di un mondo diverso.

martedì 3 agosto 2010

Le mie recensioni: "Monza delle delizie" di Sergio Paoli.


"Monza delle delizie. Storie di poteri e malaffare"
di Sergio Paoli
Fratelli Frilli Editori, 2010
pp. 300
€ 12,00


Monza delle delizie” è un noir ambientato a Monza che ha come protagonista il Vice Commissario Federico Marini, il quale dopo aver denunciato i fatti del G8 di Genova, viene trasferito da una città all’altra. Arrivato a Monza da Lecco, si troverà ad indagare sul ritrovamento di un corpo in una casamatta, prossima alla demolizione, vicino alla stazione ferroviaria. Investigherà sulla WW-LAB, una prestigiosa società informatica, che nasconde un losco intreccio tra il potere economico e la malavita organizzata.

Sergio Paoli dimostra di essere un brillante scrittore di noir.
Con “Monza delle delizie”, lo scrittore, realizza un libro in cui l’intreccio tra potere economico, politico e malavita rispecchia la realtà, portando il lettore a riflettere sulla società odierna, una società che non mira al bene della collettività ma al bene di pochi, un bene che è legato a trame oscure, dove l’uso di pratiche “non convenzionali” sono all’ordine del giorno.
Emblematico è il discorso fatto dal Viceprefetto al Questore, dove si evince la sottomissione di queste importanti figure istituzionali al potere politico, in vista delle imminenti elezioni.
“ […] Lei sa benissimo che, subito dopo le elezioni, se ne andranno come dio vorrà, ci libereremo di questo governo imbecille, e il nuovo governo nominerà subito una tornata di prefetti. E che nei papabili ci sono anche io. - Lo so – rispose rassegnato il Questore. La tiritera sulle nomine l’aveva sentita decine di volte, da decine di dirigenti. […] “

Fra i personaggi segnalo Viola Di Bastiano, una manager rampante e senza scrupoli, il cui unico scopo è la carriera, senza amici e senza qualcuno accanto che le scaldi il cuore. Una vera tagliatrice di teste che, come San Paolo folgorato sulla via di Damasco, riesce a rinnovarsi interiormente.
Qualche perplessità la nutro nei confronti del personaggio del Vice Commissario Federico Marini, poteva essere più incisivo, però mi è piaciuto l’uso delle sottolineature del personaggio come , .

Ho apprezzato il riferimento al Museo El Prado di Madrid, con la descrizione de Il trittico delle delizie di Hieronymus Bosch, grande pittore fiammingo:
“ […] Partendo dal primo pannello, il paradiso terrestre, è un’opera pervasa da un’atmosfera inquietante… - Che poi si carica di elementi orrifici, mostruosi e diabolici nel terzo, chiamato l’inferno musicale. Il pannello centrale, detto il giardino delle delizie, fa da trait d’union, con un’articolatissima composizione di figure umane, oggetti, forme animali e vegetali e ordigni fantastici. - Già. Non l’Eden, ma una dimensione in cui il peccato ha contaminato tutti gli aspetti della vita umana. Idilliaca solo in superficie. Tutto quanto si intreccia a rappresentare il personaggio di un sogno, o di un incubo. […] “

Non è questa la realtà?


Chiara D'Amico