martedì 20 aprile 2010

" Il posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi", di Maurizio De Giovanni


"Il posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi"
di Maurizio De Giovanni
Fandango Libri, 2009
pp. 416, brossura
€ 14,00

Napoli 1931. Le stagioni si susseguono incuranti del sangue e della morte e la città si prepara ad affrontare il caldo torrido dell'estate. Luigi Alfredo Ricciardi, commissario in forza alla Regia Questura di Napoli, affronta un nuovo caso di omicidio insieme all'inseparabile brigadiere Maione. Ricciardi è un commissario fuori dal comune, un solitario, uno che non ama eseguire gli ordini che gli vengono impartiti e di solito fa di testa sua. Non è ben visto dalla gerarchia fascista che lo controlla a distanza ma lo lascia lavorare, perché stranamente i casi li risolve tutti. In molti cominciano a sospettare che Ricciardi abbia un segreto, si dice parli direttamente con il Diavolo. In realtà Ricciardi si limita ad ascoltare le ultime parole dei morti: più che un dono, una condanna. L'estate del commissario Ricciardi vedrà la morte della bellissima duchessa di Camparino, una donna misteriosa dalla chiacchierata vita notturna. Anche stavolta saranno le ultime parole pronunciate dalla vittima a far partire l'indagine che condurrà il commissario, e noi lettori insieme a lui, a scoprire una Napoli riarsa e poco conosciuta, abitata da personaggi inquietanti che tenteranno di ostacolare il suo lavoro.

"Astronomia", di Ian Ridpath e Dorling Kindersley.


"Astronomia"
di Ian Ridpaht e Dorling Kindersley
Mondadori Electa, 2010
pp. 300, ill., brossura
€ 23,00


Tutte le nozioni di base per avvicinarsi all'astronomia e comprenderne i tratti fondamentali. Dalle origini della "scienza del cielo" alla storia dell'uomo nello spazio, il volume focalizza e descrive puntualmente tutti i fenomeni del nostro sistema solare, stelle e costellazioni, galassie e pianeti. Un capitolo è dedicato all'osservazione del cielo notturno e fornisce indicazioni precise per imparare a orientarsi tra le coordinate astronomiche avvalendosi dei primi strumenti rudimentali, dall'occhio nudo al binocolo e al telescopio. Dopo la trattazione delle diverse costellazioni, una guida mensile del cielo spiega come questo cambia a seconda delle stagioni. La sezione finale "Almanacco" fornisce un calendario con le fasi lunari, le eclissi e i principali femoneni celesti visibili dalla Terra nei prossimi anni. Un manuale di riferimento utile e fruibile a un pubblico sempre maggiore di interessati e curiosi dell'argomento.

"Astronomia egizia. Introduzione alle conoscenze astronomiche dell'antico Egitto", di Massimiliano Franci.


"Astronomia egizia. Introduzione alle conoscenze astronomiche dell'antico Egitto"
di Massimiliano Franci
Edarc, 2010
pp. 182
€ 15,00

L'importanza dell'astronomia per lo studio delle civiltà antiche è oggi indiscussa e le sue radici sono da ricercare nelle conoscenze dei popoli del vicino oriente antico. L'apporto della cultura egiziana risulta basilare per le sue origini. A differenza delle culture limitrofe, interessate principalmente agli aspetti astrologici, gli antichi abitanti della terra delle piramidi utilizzarono i dati astronomici per calcoli concreti: l'orientamento delle costruzioni, l'introduzione del calendario, il computo delle ore. Le fonti, purtroppo, sono rare come le informazioni sul pensiero scientifico degli Egizi; tuttavia, in quest'opera, viene delineato un quadro articolato, preciso e chiaro sul concetto, per molti versi intricato e sfuggente, di astronomia per le antiche popolazioni. Agli egiziani va, inoltre, il grande merito di aver realizzato qualcosa di straordinario: inventarono la nozione di "tempo", attribuendogli un inizio e una fine, prendendo atto che il suo sviluppo andava oltre il regno di un singolo faraone, comprendendo l'eternità.

"Back to life", di Michela Redaelli.


"Back to life"
di Michela Redaelli
Cinquemarzo, 2009
pp. 72, brossura
€ 9,00

Spesso quando si legge un libro tendiamo ad impostare la nostra chiave interpretativa su "romanzo". Da lì nascono le nostre emozioni su ciò che stiamo leggendo. Poi accade l'imprevedibile, ci si accorge che non è un romanzo, che si parla una lingua vera, che si soffre di una malattia reale, che si lotta con le mani davanti al volto.
Scatta la domanda, anzi insorge dal nostro cuore arrabbiato: esiste una seconda possibilità?
Quel che si legge risulta a tratti insorpottabile, in quei passaggi dove Michela Redaelli mette nella penna tutti i suoi ricordi, le paure, le speranze, le attese, l'angoscia di una malattia che soventemente non lascia via di scampo.
Ed allora la nostra mente vorrebbe ritoccare l'interruttore, rimetterlo su "finzione", perché le nostre difese psicologiche ci ordinano questo, ci dicono non è vero, è soltanto una storia inventata.
Michela lo impedisce, tiene il lettore attaccato alla realtà, con un filo leggerissimo ma resistente: quello della speranza.
Esiste una seconda possibilità? Sì.

sabato 17 aprile 2010

"Il nipote del Negus", di Andrea Camilleri.


"Il nipote del Negus"
di Andrea Camilleri
Sellerio Editore Palermo, 2010
pp.277, brossura
€ 13,00

Eja, Eja, Alalà! Fu già tempo in cui si andava in camicia nera; si cantavano inni. Quando la menzogna si accasa nella storia, sono gli atti di fede, e i manganelli, che fanno la verità. Ci volevano, a Vigàta, le furberie e le mattacchiate di uno scavezzacollo principe di colore, la selvatica estrosità e il talento per gli affari di un diciannovenne ben arnesato e sessualmente senza briglie, la spudoratezza e l'inclinazione astuta di un nipote del Negus, i puntigli principeschi di uno studentello straniero senza letto e senza tetto, che allettava gli occhi e invaghiva i cuori, per umiliare l'onore, l'orgoglio virile, le mire colonialistiche, le prolisse incompetenze del regime, e il nazifascistico razzismo. Il nipote del Negus, il principe Grhane Sollassié Mbassa, è stato iscritto alla Regia Scuola Mineraria di Vigàta. Si rivela un virtuoso della bricconeria e un atleta dell'inganno: tutti brontolando, e lui bravando; promettendo molto, e ancor più pagando, senza nulla mai ottenere. Cosa non tollerano tutti, cosa non tentano. Anche il Duce schiuma e freme, e subisce a rate i tiri bassi dell'etiope: di quel tizzone d'inferno che scalcia e corvetta; e sfugge al dover suo di dar testimonianza in terra italica e in colonia del viver bello e libero e generoso della "civiltà" fascista. Un evento reale con cui Camilleri torna alla sua vena più antica, quella più irriverente e comica, che mescola con intelligente divertimento, storia e fantasia.

"Aurelia", di Laura Marchionni.


"Aurelia"
di Laura Marchionni
La Riflessione, 2009
pp. 182
€ 15,00

La storia di Aurelia comincia quando lei è appena una bambina di cinque anni ed è lei stessa, in prima persona, a narrarla. Figlia di un'artista e di uno scrittore Aurelia crescerà nella sua numerosa famiglia dimostrando da subito una sensibilità particolare per ciò che le è intorno e una percezione profonda per tutto ciò che è transitorio ed effimero, la vita stessa. A segnare profondamente Aurelia sarà la morte prematura del padre che non farà che accrescere interrogativi grandi in lei già latenti, sulla vita come sulla morte. È nella ricerca di risposte che Aurelia inizierà a intravedere la presenza di un disegno più grande celato dietro ai piccoli e grandi avvenimenti di tutti i giorni. Nel maturare l'idea che la vita di ognuno abbia realmente uno scopo preciso con il quale viene al mondo Aurelia scopre l'emozione di cercare nelle piccole cose quotidiane un segno, un attitudine, un talento in lei speciale con il quale rendere la sua vita preziosa per lei e per chi le è intorno. Sarà un viaggio introspettivo a farle aprire gli occhi su ciò che veramente ama fare, a cambiare la sua vita, a farle comprendere che il passato che ci portiamo dentro, con i suoi dolori e i suoi tormenti, non fa che legarci a terra impedendo il volo che permette di realizzarci.

"Il fascino oscuro dell'inflazione. Alla scoperta della storia dell'Universo" , di Pietro Fré.


"Il fascino oscuro dell'inflazione. Alla scoperta della storia dell'Universo"
di Pietro Fré
Springer Verlag, 2009
pp. VIII-144, ill., brossura
€ 18,00

Dalla più remota antichità l'uomo si interroga sulla struttura dell'Universo e indaga sulle leggi che lo governano. Ma il progresso compiuto all'inizio del XX secolo non ha paragoni rispetto a quello di tutti i secoli precedenti: nel 1915 venne formulata la Relatività Generale, teoria indispensabile per comprendere la struttura dell'Universo e inquadrare i fenomeni cosmici; tra il 1920 e il 1930 fu scoperta l'espansione costante dell'Universo e si iniziò a determinarne le reali dimensioni. La cosmologia ha poi fatto un grande salto di qualità a cavallo tra il XX e il XXI secolo. L'Universo inflazionario è una teoria che forse rivela i misteri delle leggi fisiche a piccolissime distanze e ad altissime energie, laddove dovrebbe trovarsi il regno delle superstringhe e della gravità quantistica. In questo libro viene ripercorsa la grande avventura del pensiero umano, che dalla concezione aristotelica di un mondo statico eterno e in realtà piccolissimo, è approdato alla contemporanea visione di un cosmo dinamico e immenso, germogliato però da una infinitesima fluttuazione quantistica.

lunedì 12 aprile 2010

Premio Nobel per la Letteratura nel 1902 : Christian Matthias Theodor Mommsen


Motivazione: "al più grande maestro vivente della scrittura storica, con speciale riferimento al suo maggior lavoro, Storia di Roma"

Christian Matthias Theodor Mommsen (Garding, 30 novembre 1817 – Charlottenburg, 1º novembre 1903) è stato uno storico, numismatico, giurista epigrafista e studioso tedesco.
Considerato generalmente il più grande classicista del XIX secolo. Il suo studio della storia romana è ancora di importanza fondamentale nella ricerca contemporanea.
Nato a Garding, Schleswig-Holstein, allora parte della monarchia Danese, crebbe a Oldesloe e fece i suoi primi studi ad Altona.

Mommsen studiò giurisprudenza a Kiel dal 1838 al 1843. Grazie ad una borsa di studio, poté visitare la Francia e l'Italia per approfondire la storia classica. Durante la rivoluzione del 1848, Mommsen fu corrispondente a Rendsburg e divenne professore di legge nello stesso anno all'Università di Lipsia. A causa dei suoi punti di vista liberali dovette dimettersi nel 1851, ma già nel 1852 ottenne una cattedra in Diritto romano all'Università di Zurigo e poi, nel 1854, all'Università di Breslau.

Nel 1858 fu chiamato all'Accademia delle scienze di Berlino e divenne professore di storia romana all'Università di Berlino nel 1861, dove tenne lezioni fino al 1887. Ricevette alti riconoscimenti per i suoi successi scientifici: la medaglia Pour le Mérite nel 1868, la cittadinanza onoraria di Roma e il premio Nobel per la letteratura nel 1902 per l'opera maggiore Römische Geschichte (Storia romana ). Mommsen e la moglie Marie (figlia dell'editore Karl Reimer di Lipsia), ebbero 16 figli, alcuni dei quali morirono in giovane età. Due nipoti, Hans e Wolfgang, sono eminenti storici tedeschi.

Opere scientifiche:
* Storia di Roma : il lavoro più famoso di Mommsen, un classico dei trattati di storia, comparve in tre volumi fra il 1854 e il 1856, esponendo la storia romana dalle origini alla fine della repubblica romana ed al governo di Cesare, che Mommsen ritrasse come uno dei maggiori statisti di tutti i tempi. Le vicende politiche, particolarmente della tarda repubblica, sono attentamente confrontate con gli sviluppi politici del XIX secolo.

Mommsen non scrisse mai una continuazione della sua storia romana che comprendesse le vicende del periodo imperiale, ma alcune note prese durante le sue lezioni sull'impero romano, fortunosamente ritrovate nel 1980, sono state pubblicate nel 1992, e tradotte in varie lingue tra cui l'italiano.[1] Nel 1885 apparve una descrizione delle province romane nel periodo imperiale come quinto volume della sua Storia di Roma (Le province dell'impero romano da Cesare a Diocleziano ), sebbene non esistesse un quarto volume.

* Legge Costituzionale Romana : (1871-1888). Questo trattato sistematico della legge costituzionale romana in tre volumi ha tuttora una grande importanza nello studio della storia antica.

* Diritto penale romano (1899)

* più di 1500 ulteriori studi e trattati in singole edizioni.

Mommsen pubblicò centinaia di lavori - una bibliografia del 1905 elenca oltre mille articoli - dando un nuovo ordine allo studio della storia romana. Ha aperto la strada alla epigrafia, lo studio delle iscrizioni su pietra e legno. Se il suo lavoro più noto è l'incompiuta Storia di Roma, il suo lavoro più rilevante è forse il Corpus Inscriptionum Latinarum, una collezione di iscrizioni romane alla cui raccolta contribuì l'Accademia delle Scienze di Berlino.
All'inizio della sua carriera scientifica, Mommsen già prevedeva una collezione di tutte le iscrizioni latine antiche conosciute, quando pubblicò le iscrizioni del Reame di Napoli (1852). Egli ricevette ulteriore slancio da Bartolomeo Borghesi di San Marino. Il Corpus Inscriptionum Latinarum completo doveva essere costituito da sedici volumi, di cui quindici comparsi durante la vita di Mommsen, cinque curati da Mommsen stesso. Il principio di base dell'edizione (al contrario delle raccolte precedenti) fu il metodo dell'autopsia (che in greco significa letteralmente "vedere da se stesso"), poiché tutte le iscrizioni esistenti furono esaminate de visu e confrontate all'originale.
Mommsen pubblicò inoltre le raccolte fondamentali nella legge romana: Corpus Iuris Civilis e il codex Theodosianus. Inoltre ha svolto un ruolo importante nella pubblicazione dei Monumenta Germaniae Historica, l'edizione dei testi dei padri della chiesa, una ricerca sul Limes (il confine tra impero romano e tribù germaniche) e innumerevoli altri progetti.
Mommsen fu delegato al Landtag Prussiano nel 1863 - 1866 e di nuovo nel 1873 - 1879 e delegato al Reichstag nel 1881 - 1884, inizialmente per il liberale 'Deutsche Fortschrittspartei '(Partito progressista tedesco), più tardi per i 'Nationalliberalen' ed infine per i "Secessionisti". Era molto interessato ai problemi riguardanti le politiche scientifiche ed educative, tenendo posizioni nazionalistiche. Deluso dalla politica imperiale, al cui futuro guardava in modo pessimistico, alla fine raccomandò una collaborazione fra liberali e socialdemocratici.

Per quanto riguarda le politiche sociali, Mommsen fu in disaccordo con Bismarck, nel 1881, sul problema se gli ebrei potessero essere detentori di diritti eguali a quelli degli altri cittadini tedeschi, e nel 1879 con il suo collega Heinrich von Treitschke sul cosiddetto 'Berliner Antisemitismusstreit', la "controversia antisemita".

giovedì 1 aprile 2010

Premio Nobel per la Letteratura nel 1901: Sully Prudhomme



Motivazione:"in riconoscimento della sua composizione poetica, che dà prova di un alto idealismo, perfezione artistica ed una rara combinazione di qualità tra cuore ed intelletto".

René Francois Armand Prudhomme detto Sully Prudhomme (Parigi, 16 marzo 1839 – Châtenay-Malabry, 6 settembre 1907) è stato un poeta francese, Premio Nobel per la letteratura nel 1901.

Figlio di un negoziante sarebbe voluto diventare ingegnere, ma una malattia all’occhio gli impedì di continuare gli studi presso il Politecnico. Studiò letteratura e dopo un breve periodo di lavoro presso l’industria manifatturiera, si dedicò, senza convizione a legge. Sully Prudhomme fu membro della «Conference La Bruyère», dove venne incoraggiato a dedicarsi alla poesia. Il suo primo volume, Stances et Poèmes (1865), gli dette la notorietà. Alcuni dei suoi lavori sono: De rerum natura (1878-79), Croquis italiens (1866-68), Solitudes (1869), Impressions de la guerre (1870), Les destins (1872), La révolte des fleurs (1872), La France (1874), Les vaines tendresses (1875), La justice (1878), Le bonheur (1888), Les epaves (1908). Quest'ultimo fu pubblicato postumo ed è una miscelanea di poemi. Prudhomme scrisse anche La vraie religion selon Pascal (1905).

Sully Prudhomme fu insignito del Premio Nobel per la letteratura nella prima edizione del 1901 e fu altresì membro della Accademia di Francia dal 1881 fino alla morte, avvenuta nel 1907.

Nobel per la Letteratura: introduzione.

Il Premio Nobel per la letteratura è stato previsto nel testamento di Alfred Nobel del 1895 ed è stato assegnato per la prima volta nel 1901 (come gli altri premi previsti da Nobel stesso).

Il Premio è assegnato dell'Accademia Svedese, consegnato all' "autore dell'opera letteraria più considerevole d'ispirazione idealista".
Il Premio Nobel per la letteratura non è stato assegnato sette volte (1914, 1918, 1935, 1940, 1941, 1942, 1943) ed è stato rifiutato due volte nel 1958 e nel 1964.

“Galileo Astronomo 1609-2009”, di Gabriele Vanin.


"Galileo astronomo 1609-2009"
di Gabriele Vanin
Edizioni DBS, 2009
pp.144, brossura

€ 15,00

Questo libro a differenza di altre pubblicazioni dedicate a Galileo, si concentra sulle sue osservazioni astronomiche: le analizza a fondo, le interpreta, le inquadra nel particolare periodo strorico in cui vennero svolte, ma soprattutto le replica. Già, perché Vanin ha voluto cimentarsi nelle stesse condizioni in cui Galileo Galilei condusse le sue osservazioni, ricostruendo alcuni cannocchiali dalle caratteristiche ottiche molto simili a quelle dei cannocchiali galileiani di cui si ha testimonianza certa, come per esempio quelli conservati presso il Museo di Storia della Scienza di Firenze. Così con alcune lenti di piccolo diametro e qualche tubo in plastica o alluminio, l'autore ha potuto riprodurre cannocchiali da qualche decina d'ingrandimenti con i quali è poi andato a replicare in maniera sistematica tutte le osservazioni dello scienzato pisano, dai crateri lunari ai satelliti di Giove, dall'ammasso stellare delle Pleiadi agli anelli di Saturno (non riconosciuti come tali da Galileo). Vanin parla delle difficoltà incontrate nel puntare gli astri e inseguirli, dati gli stretti campi di vista dei telescopi galileiani, ma anche della meraviglia che si prova ad osservare i crateri lunari. L'autore ci diletta, inoltre, con un testo documentatissimo, ricco di anedotti, di particolari curiosi e di citazioni, dalla cui lettura si apprendono le circostanze in cui Galileo si trovò a vivere e lavorare, dagli anni immediatamente precedenti all'invenzione del telescopio (che è attribuita all'olandese, tedesco di nascita, Hans Lipperhey o Lippershey, che realizzò i primi esemplari nel 1608) a quelli immediatamente successivi, con la pubblicazione del “Sidereus Nuncius”, la cui prima edizione vide la luce a Venezia nel marzo del 1610, e a tutto quello che ne seguì.