"Monza delle delizie. Storie di poteri e malaffare"
di Sergio Paoli
Fratelli Frilli Editori, 2010
pp. 300
€ 12,00
Monza delle delizie” è un noir ambientato a Monza che ha come protagonista il Vice Commissario Federico Marini, il quale dopo aver denunciato i fatti del G8 di Genova, viene trasferito da una città all’altra. Arrivato a Monza da Lecco, si troverà ad indagare sul ritrovamento di un corpo in una casamatta, prossima alla demolizione, vicino alla stazione ferroviaria. Investigherà sulla WW-LAB, una prestigiosa società informatica, che nasconde un losco intreccio tra il potere economico e la malavita organizzata.
Sergio Paoli dimostra di essere un brillante scrittore di noir.
Con “Monza delle delizie”, lo scrittore, realizza un libro in cui l’intreccio tra potere economico, politico e malavita rispecchia la realtà, portando il lettore a riflettere sulla società odierna, una società che non mira al bene della collettività ma al bene di pochi, un bene che è legato a trame oscure, dove l’uso di pratiche “non convenzionali” sono all’ordine del giorno.
Emblematico è il discorso fatto dal Viceprefetto al Questore, dove si evince la sottomissione di queste importanti figure istituzionali al potere politico, in vista delle imminenti elezioni.
“ […] Lei sa benissimo che, subito dopo le elezioni, se ne andranno come dio vorrà, ci libereremo di questo governo imbecille, e il nuovo governo nominerà subito una tornata di prefetti. E che nei papabili ci sono anche io. - Lo so – rispose rassegnato il Questore. La tiritera sulle nomine l’aveva sentita decine di volte, da decine di dirigenti. […] “
Fra i personaggi segnalo Viola Di Bastiano, una manager rampante e senza scrupoli, il cui unico scopo è la carriera, senza amici e senza qualcuno accanto che le scaldi il cuore. Una vera tagliatrice di teste che, come San Paolo folgorato sulla via di Damasco, riesce a rinnovarsi interiormente.
Qualche perplessità la nutro nei confronti del personaggio del Vice Commissario Federico Marini, poteva essere più incisivo, però mi è piaciuto l’uso delle sottolineature del personaggio come
Ho apprezzato il riferimento al Museo El Prado di Madrid, con la descrizione de Il trittico delle delizie di Hieronymus Bosch, grande pittore fiammingo:
“ […] Partendo dal primo pannello, il paradiso terrestre, è un’opera pervasa da un’atmosfera inquietante… - Che poi si carica di elementi orrifici, mostruosi e diabolici nel terzo, chiamato l’inferno musicale. Il pannello centrale, detto il giardino delle delizie, fa da trait d’union, con un’articolatissima composizione di figure umane, oggetti, forme animali e vegetali e ordigni fantastici. - Già. Non l’Eden, ma una dimensione in cui il peccato ha contaminato tutti gli aspetti della vita umana. Idilliaca solo in superficie. Tutto quanto si intreccia a rappresentare il personaggio di un sogno, o di un incubo. […] “
Non è questa la realtà?
Chiara D'Amico
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