domenica 25 settembre 2011

"DOLORES E SILVER-BALL", di Paolo Bartalini


Dolores non era nata per guardare ma per essere guardata. Dolores minuta, Dolores bianca, distante, muta. Dolores occhi di ghiaccio era arrivata per la prima volta nel locale accompagnata per mano dal nonno e ora che il nonno non c’era più se ne stava al bancone a fumare dall’alto del suo sgabello girevole.
Dolores non poteva vedere Silver-ball ma sentiva distintamente il suo richiamo: DO-LO-RES, WOW! Una mattina Dolores si avvicinò all’altare e prese a sfiorargli gli angoli smussati, le ampie superfici punteggiate di protesi in plastica e cicatrici.
Dolores sentì il tuffo di metallo che scende nelle viscere, l’inizio di tutto, lo scorrere liquido delle cifre fino allo zero. L’esplosione della prima delle tre vite Dolores la percepì chiaramente diffondersi nella propria pancia e irradiarsi dal petto fino alle falangi che ritornavano sul flipper, avvolgendolo. Così, nella lotta, Dolores occhi di ghiaccio fu Dolores, Dolores occhi d’argento.

Paolo Bartalini



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Chiara D'Amico



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