“Oltre le nuvole – storie di amici”
di Alessio Del Debbio
Sovera Edizioni, 2010
pp. 400, brossura
€ 19,00
Romanzo per ragazzi, ma anche per gli adulti che riescono ad essere ancora dei buoni sognatori.
Il lavoro di Alessio del Debbio descrive una generazione a cavallo non solo degli anni 90 e del nuovo millennio, ma anche dell’adolescenza e dell’età adulta. Sfidando le notizie di cronaca nera, “Oltre le nuvole – Storie di amici”, con uno stile semplice e diretto, si immerge nelle problematiche eterne di amore, droga, rapporti familiari e alcol, ma lo fa con uno sguardo positivo, ottimista e pieno di speranza che in questo lavoro assume un unico nome: amicizia.
“Gli eroi non sono fatti come li immaginiamo. Non volano, non si arrampicano sui muri, non vengono da un altro pianeta. Sono semplicemente uomini, soli, liberi, deboli. Forse non sarai perfetto, forse non sarà per sempre, forse non saremo immortali, ma sei il mio eroe. Un amico”. Heroes, la poesia contenuta nel libro è forse la parte che meglio interpreta il messaggio di questo romanzo, che non vuole essere un‟utopia, ma la sorprendente consapevolezza che l‟amicizia, per quanto imperfetta, può salvarci la vita.
In tredici capitoli che coprono un arco di tempo che va dall’inizio dell’anno all’arrivo dell’estate del 2001, seguiamo le vicende di Jonathan e dei suoi compagni, le storie di amici a cui il sottotitolo fa riferimento.
A fare da sfondo a “Oltre le nuvole” una Viareggio sorniona, che però non riesce a rimanere relegata ai margini del libro e con il molo, il mare, la passeggiata, e tutti i luoghi più belli, apre il suo grembo materno a questi giovani e diventa dimora privilegiata di pensieri e di domande sospese.
Alessio Del Debbio ha 29 anni, vive a Viareggio. Laureato in Lettere Moderne all‟Università di Pisa, la scrittura è la sua grande passione fin da piccolo. “Oltre le nuvole – Storie di amici”, edito da Sovera Edizioni, è il suo romanzo d’esordio.
«Oltre le nuvole sono io, è il lettore, è quello che mi è passato accanto una volta nella vita, è colui che non leggerà mai questo libro, è tutti noi – spiega Alessio Del Debbio - dentro queste pagine c‟è il seme della vita di ogni singolo giorno vissuto, ma il frutto di qualcosa che va anche oltre, come d‟altronde deve fare la scrittura, trascinare oltre, appunto. Il mio intento – prosegue poi l‟autore - è quello di riuscire a trasportare i lettori indietro di qualche anno, quando la vita era forse meno frenetica per quanto complicata ci apparisse, e facesse rivivere quei turbamenti tardo-adolescenziali che ognuno di noi conosce bene. Non solo, amando moltissimo la mia città, mi auguro che questo romanzo possa essere anche un modo per far comprendere nell’intimo un luogo che magari non tutti hanno visitato e che solo chi ha vissuto certi luoghi riversandoci i proprio sentimenti sa spiegare bene».
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