La prima tappa è Monreale-Palermo di 15,1 km, cronometro individuale.
La storia della Sicilia è legata anche alla dominazione dei Normanni che estendono la loro egemonia nell’Italia meridionale. Nel 1029 il duca di Napoli Sergio IV dà la contea di Aversa al condottiero Rainulfo della dinastia Drengot. In pochi decenni il popolo venuto dal Nord conquista l’Italia meridionale, prima sarà osteggiato dal Papa Leone IX, ma il suo successore Nicolò II ingaggia i mercenari normanni contro l’Impero tedesco.
Il Papa, con il Trattato di Melfi del 1059, nomina Roberto il Guiscardo, della dinastia normanna degli Altavilla, Duca di Puglia, Calabria e Sicilia. Gli Arabi, dopo due secoli di dominazione sull’isola, nel 1061 iniziano la guerra contro Ruggero I e, nel 1091, vengono definitivamente sconfitti. Successivamente nel 1130 Ruggero II viene incoronato re di Sicilia.
Con la conquista dell’isola, i Normanni decidono di lasciare importanti testimonianze nell’arte, soprattutto in Sicilia occidentale. L’arte normanna si fonde abilmente con quella araba, bizantina e longobarda. Nel XII secolo la complessità, raffinatezza e tecnica normanna si esibisce in grandi opere come il Duomo di Monreale.
Nel pregio artistico dei normanni si fonde con quello arabo, le cui caratteristiche sono: la rigorosa semplicità dei volumi e la ricchezza decorativa, con la prevalenza dei motivi a intreccio, mentre all’interno si trovano disegni geometrici complessi, i mosaici e i soffitti a cassettoni o a “muqarnas”, tecnica decorativa a rilievo del tipo “a stalattite”.
Si trova anche l’impronta bizantina con cicli musivi. L’arte normanna si evolve soprattutto nell’architettura con i volumi possenti e slanciati.
La costruzione del Duomo di Monreale prende il via nel 1172 e termina nel 1185, grazie a Guglielmo II. Viene scelto il Parco reale dove insisteva il monastero bizantino. La chiesa è a croce latina commossa (a T), con le tre navate absidate. L’influenza normanna è evidente già dall’esterno con la presenza di due torri.
I battenti della porta principale del Duomo è stata fusa nel 1186 da Bonanno Pisano a Pisa ed è la più grande porta bronzea del Medioevo, è composta da quarantasei formelle raffiguranti episodi dell’Antico e Nuovo Testamento attraverso l’utilizzo di figure fantastiche di animali e rinchiuse da cornici con rosette.
La porta settentrionale è opera di Barisano da Trani ed è datata intorno al 1190. A differenza della porta del Bonanno, questa presenta una ricchezza di particolari con iscrizioni in greco. Lo scultore riduce le parti narrative per dare spazio a ornamenti e le figure statiche sono rappresentate in modo statico e isolato.
Il manto musivo di 7500 metri quadrati che ricopre le pareti del Duomo è stato commissionato da Guglielmo II. Diviso in 130 grandi riquadri sono raffigurati le Storie dell’Antico e Nuovo Testamento. L’abside e le pareti frontali ospitano le figure di Cristo, della Vergine, dei Santi Pietro e Paolo, mentre quelle laterali le Storie della Passione di Cristo e le navate la vita di Cristo.
La figura solenne del Cristo Pantocratore riempie interamente il catino absidale su una larga distesa color oro. La sua figura ricalca lo schema bizantino: la mano destra sollevata in atto benedicente, la sinistra regge un libro aperto. Accanto la scritta PANTOCRÀTOR che in greco significa: Signore di tutte le cose, onnipotente.
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