Il blog è dedicato a chi, come me, ama leggere... anzi divorare libri ed immedesimarsi nel protagonista o nella storia e, mentre legge, vede attraverso le parole anche i posti e le persone descritte nel testo. Un libro apre la mente e mostra nuovi orizzonti.
domenica 27 gennaio 2013
XIII Giornata della Memoria
XIII Giornata della Memoria, per non dimenticare gli orrori della II Guerra Mondiale. Ricordare è d'obbligo, affinché gli orrori dell'Olocausto non succeda mai più. Nessun uomo deve essere catalogato tramite un numero tatuato sul braccio. Nessun uomo deve morire solo perché Ebreo, Rom, Caminante, Omossessuale, Bambino, Donna o Uomo che non vada bene ad un altro. Nessuno deve permettersi di mettere in discussione la verità storica e dolorosa che ha segnato la II Guerra Mondiale. Nessuno può mettere in discussione l'uccisione barbara e cruda di circa 7 milioni di Ebrei nelle camere a gas, nei campi di sterminio. Nessuno si deve permettere di dire che la follia nazista era solo follia. Ieri sera ho visto il film su Giorgio Perlasca, nominato Giusto fra i Giusti fra le Nazioni. Tanti come lui hanno fatto il possibile per salvare vite umane. Chissà quanti Giusti non ancora conosciuti nella storia ci sono stati e che la storia non conosce.
La scritta nella foto "Arbeit macht frei" posta all'ingresso del campo di sterminio di Auschwitz, significa il lavoro rende liberi. Un modo davvero ironico dei nazisti di prendere in giro le loro vittime. Il lavoro rendeva liberi dalle sofferenze patite? dalle morti? dalla disperazione di aver perso figli, mogli, mariti, madri e padri?
Chiara D'Amico
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
il lavoro rende liberi... io sono stato a quello di Praga... quelle "case" dove il tetto era fatto di vetro: d'estate si arroventava la camera, d'inverno faceva umidità e le persone si ammalavano di bronchite... poi la cella di isolamento una paio di metri quadrati dove mettevano fino 30 persone con una finestrella non più grande di 30cm.... uscì a pezzi da lì...
RispondiEliminaNon sono mai andata in un campo di concentramento o di sterminio. Penso che non riuscirei a non piangere...
Elimina