mercoledì 12 maggio 2010

Recensione: "Requiescat in pace" di Gianluca D'Aquino

Recensione




"Requiescat in pace"
di Gianluca D'Aquino
Gruppo Albatros Il Filo, 2007
pp. 401, brossura
€ 19,50





“Molti avrebbero fatto carte false per risolvere un così controverso ed intricato caso di cronaca nera, molti avrebbero giocato tutte le proprie carte per evitare di essere spietatamente fagocitati. Io non potei fare a meno di averci a che fare, fatalmente fui impotente scoglio contro il quale la perniciosa onda ebbe ad abbattersi con tutta la sua mefistofelica ira – Londra dicembre 1908”.

Gianluca D’Aquino ha magistralmente scritto questo romanzo, una detective-story ambientata a Londra nel dicembre del 1908. Un testo, che fin dalle prime pagine, catapulta il lettore nell’atmosfera tipicamente british con la pioggia impertinente, con la nebbia che tutto avvolge e, con un buon thé sorseggiato al McNillis’ Café.

Il protagonista è Martin Sloane un ispettore di Scotland Yard, che indaga su una serie di orrendi omicidi compiuti da un serial killer. Le vittime vengono ritrovate: orrendamente sfigurate, private dei bulbi oculari, una serie di lettere greche incise sul petto, che formeranno una parola misteriosa, e un penny poggiato sulla lingua, come se il killer volesse pagare il traghettamento delle sue vittime nel regno dei morti.




L’ispettore nel corso delle sue indagini si ritroverà a risolvere un vero rebus, imbattendosi in una setta satanica, e scoprendo che i penny hanno tutti la stessa data: il 1901.




Nel romanzo sono presenti altri personaggi: il fedele amico sergente Jeff O’Brien, il sovrintendente di Scotland Yard Jefferson, il prete cattolico Padre Ryan, il banchiere Sir Athur Mc Mallan, il colto librario Savoir Athereno, e il professore dell’università di Barrymore Roger Nestor.




L’autore guida sapientemente il lettore verso la soluzione del caso, attraverso un’attenta analisi dell’animo umano, un’analisi che a volte è lunga e complessa da capire, ma che trova la sua giustificazione nelle battute finali.




Inoltre, Gianluca D’Aquino, accompagna il lettore in una sorta di tour per le strade di Londra: da Gerrard Street (dove abita l’ispettore Sloane) a Trafalgar Square (dove ha sede la libreria di Savoir), passando per Scotland Yard e finendo nei Docks (i quartieri malfamati).




L’unico neo, però da addebitare alle decisioni della casa editrice, è la presenza nel testo di frasi in latino non tradotte da nessuna nota e, per chi come me ha le basi da scuola media o non ha studiato affatto la lingua di Dante, questa mancanza di una traduzione costituisce una lacuna nella comprensione di alcune parti del romanzo.




Sicuramente Gianluca D’Aquino è uno scrittore da tenere d’occhio, dato che in questa sua prima pubblicazione ha dato il meglio di sé.




“[...] Così dicendo chiude gli occhi e si addormenta, abbandonandosi all’oblio dell’infinito.

‘Requiescat in pace…’
Era una giornata fredda a Londra, una delle tante uggiose giornate d’inverno…”


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