sabato 23 maggio 2015

Perché non siete morti invano, il vostro ricordo cammina sulle nostre gambe!

21 anni fa moriva per mano della mafia il giudice Giovanni Falcone insieme alla moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro. 



Commemorazione strage di Capaci

Il 23 maggio del 1992 avevo 13 anni. Ricordo ancora quel sabato pomeriggio. Ero da poco rientrata in casa, ero uscita con i miei, e come mia abitudine accesi la tv. Le immagini le ricordo ancora, forti, come forti erano i toni dei commenti. Chiamai i miei, non capii subito perché con gli occhi lucidi abbracciarono me e mia sorella. I giorni seguenti li ricordo pieni di rabbia, di tensione, di commozione ma anche pieni di voglia di reagire.
A scuola i professori non facevano altro che parlare e spiegare chi era Giovanni Falcone, il lavoro importante che faceva, la lotta alla mafia era la sua bandiera, il suo vessillo. E io decisi che la legalità, il rispetto delle leggi e del mio prossimo sarebbe stata la mia strada.
Spiegarvi ciò che successe nell’animo della gente, della gente che vive secondo le regole e che non accetta la mafia come modo di vivere e di pensare, cosa significò dopo 57 giorni l’attentato a Paolo Borsellino, è per me difficile. A 13 anni questi avvenimenti non li capisci appieno e per questo motivo, ho chiesto ad alcuni amici di trasmettermi le loro sensazioni ed emozioni. [Clicca qui per continuare a leggere]


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