Nel febbraio del 1944 gli Alleati bloccati sul fronte di Cassino dai tedeschi che avevano costituito la “linea Gustav”, tra i monti Aurunci e la Valle del Liri.
Abbazia di Montecassino distrutta dai bombardamenti degli Alleati del febbraio 1944 Fonte immagini: Google |
Infatti, non vi era nessuna postazione di artiglieria pesante all’interno del monastero, ma soltanto pochi soldati tedeschi posti di guardia dato l’accordo fra le autorità italo-tedesche secondo il quale i soldati avrebbero potuto stare all'esterno dell'Abbazia, ma nessuno sarebbe potuto entrare.
Il generale neozelandese Freyberg pur di perpetuare il suo intento nel distruggere il monastero portò al maresciallo inglese Harold Alexander, comandante del 15° gruppo di armate in Italia, una traduzione sbagliata di un’intercettazione radio di una dialogo fra i soldati nazisti “Wo ist der Abt.? Ist er noch im Kloster?”, tradotta erroneamente in “Dov'è il gruppo? È sempre nel convento?”.
Il generale neozelandese sbagliò la traduzione dell’abbreviazione abt. nel femminile tedesco abteilung cioè battaglione. La giusta traduzione, però, era abate. Questo fatale errore grammaticale di attribuzione di genere femminile anziché maschile decretò la distruzione del monastero.
Il generale "Gertie" Tuker, comandante della 4° divisione indiana, trovò in una bancarella di Napoli un libro del 1879 che descriveva nei minimi particolari la costruzione dell’Abbazia, con mura profonde 30 metri e alte 5 metri e scrisse al generale Freyberg che poteva essere abbattuta solo con bombe ad altissimo potenziale distruttivo.
La mattina del 15 febbraio 1944 dagli aeroporti di Napoli e Foggia, alle 9, si levarono in volo 142 quadrimotori B17 che giunti a Montecassino lanciarono sull'Abbazia e su Cassino 450 tonnellate di bombe esplosive ed incendiarie ad alta quota. Successivamente, altri 118 B17 colpirono ripetutamente il Monastero. A questi seguirono i bimotori B25, B26 e A36, per un totale di 776 aerei impiegati nell'attacco a Montecassino e, nonostante, le 1.250 tonnellate di bombe aeree le mura dell’abbazia resistettero quasi interamente. Durante il bombardamento trovarono la morte numerosi civili, che avevano cercato invano rifugio all'interno del monastero benedettino.
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