Lo Stelvio, così come tutto l'arco alpino che circonda come una collana il nostro confine settentrionale, è stato protagonista nella Grande Guerra che sconvolse l'Europa.
L'assassinio a Sarajevo dell'arciduca Francesco Ferdinando erede al trono d'Austria e di sua moglie |
e di sua moglie Sofia Chotek, duchessa di Hohenberg, uccisi dal rivoluzionario bosniaco Gavrilo.
L'Austria inviò un ultimatum alla Serbia, che rifiutò e dichiarò guerra all'Austria: il 28 luglio 1914.
Queste le alleanze: Austria e Germania contro Inghilterra, Francia e Russia in difesa della Serbia.
L'Italia entrò in guerra soltanto il 23 maggio 1915.
Il 26 aprile dello stesso anno, il governo italiano si alleò segretamente con la Triplice Intesa (Francia, Inghilterra e Russia) firmando il Patto di Londra, attraverso il quale l'Italia si impegnava nella guerra contro l'Austria e, in caso di vittoria finale, avrebbe ottenuto il Trentino, l'Alto Adige, Trieste, l'Istria e la città albanese di Valona.
Dal 1915 al 1918 le vette del Passo dello Stelvio furono teatro di guerra rivestendo un'importanza strategica nel contrastare l'avanzata austriaca in territorio italiano.
I militari italiani in condizioni climatiche estremamente difficili, (lo abbiamo visto oggi che nonostante sia la fine di maggio la temperatura era intorno ai 0°C), e con mille problemi realizzarono fortificazioni e trincee utilizzando sentieri e strade costruiti dagli Alpini.
Ancora oggi è possibile trovare queste costruzioni che ne testimoniano la difficoltà oggettiva di vivibilità, dato che centinaia di uomini del nostro esercito hanno vissuto in condizioni di estrema durezza in pieno inverno e a quote superiori ai 3mila metri.
Molti i morti dovuti al gelo.
Dal canto loro, gli Austriaci impostarono la linea difensiva tra Pizzo Garibaldi e il Cevedale, così da tagliare l’accesso delle truppe italiane dall’Alto Adige. Anche lo Scorluzzo cadde in mano straniera, avendo così una vista privilegiata sulle vette circostanti.
Il nostro esercito, invece, si appostò fra la Trafoier e la Konigspitze con il supporto fondamentale del Forte di Oga con i suoi cannoni a lunga gittata
Nei tre anni di scontri, ci furono parecchi atti eroici che permisero il passaggio da una vetta all’altra. Inoltre, furono scavate nel ghiaccio diversi chilometri di gallerie per cogliere di sorpresa il nemico.
Allo Stelvio si trova il Sacrario Militare, a 2320 m s.l.m., posizionato sulla Valle del Braulio, progettato dall’architetto Pietro del Fabbro, membro della commissione tecnico-governativa del Commissariato Onore ai Caduti, ed inaugurato nel 1932.
Il Sacrario ha la forma di un arco di trionfo e sulle sue pareti riposano 64 militari caduti, provenienti dai cimiteri dismessi di Spondigna (Val Venosta) e di S. Ranieri.
All’interno del cimitero si trova un capitello con questa incisione:
"Da questa terra che coprì pietosa le ossa dei caduti nella guerra 1915-1918 sorgano i fiori alpini a ricordare ai posteri il sacrificio."
Sacrario militare dello Stelvio (fonte immagini: Google) |
Buona lettura!
Chiara D'Amico
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